Camminando per le Piagge, dieci anni luce dagli Uffizi


Sulle nostre teste sibila prepotentemente un aereo di linea in fase di atterraggio. Quasi in simultanea, a poca distanza dai nostri passi, sferraglia un treno. Un furgoncino arranca con il motore su di giri, nentre una rombante “Alfa” lo supera strombazzando. Le giornate fiorentine del social trekking sono iniziate cosí, in uno scenario un po’ diverso da quelli immersi in una natura silente o circondati comunque dalla quiete. Siamo a Firenze, ma Michelangelo e i Medici sono lontani ancor piû di quanto i dieci minuti di treno metropolitano per raggiungere il quartiere Le Piagge,dove ci troviamo,possano far immaginare. Siamo nella periferia nord, dove una trentina d’anni fa hanno cominciato a costruire questi invasivi caseggiati, in una zona paludosa e geologicamente instabile, a ridosso di un inceneritore. La nostra guida è particolare. Si tratta del “papà adottivo” di questi luoghi, don Alessandro Santoro, professione sacerdote. A dire il vero, personaggi come Santoro vanno al di là delle classificazioni in base al lavoro che svolgono. Man mano che lo seguiamo , con le movenze di uno strano rettile composto dal nostro folto gruppo in fila indiana, riusciamo ad immedesimarci in quello che lui e altri coraggiosi sono riusciti a fare per questo quartiere della periferia nord fiorentina, dove il reddito mensile pro capite è un terzo di quello che a un paio di chilometri da qui si puó rilevare. E cosí, per oltre tre ore, seguiamo il nostro dinamico don Alessandro, rivivendo con lui le tappe di un percorso che percorrimo con mente e passi sincronizzati con le sue parole. Il simbolico “muretto”  eretto ai margini della superstrada. Il laboratorio, l’anfiteatro sottratto ai tristi rituali della droga. E ancora, l’Isola del riuso con le centinaia di biciclette accatastate per il riciclaggio. Il nostro trekking urbano si fa davvero social. Domani e dopopodomani saremo tra le ovattate e intriganti atmosfere della Firenze rinascimentale e sulle colline ricche di verdi suggestioni. E sará bello, di sicuro. Ma oggi, i nostri passi hanno seguito un sentiero lastricato di emozioni e la nostra mente si è arricchita di parecchio. Anche a dieci anni-luce dagli Uffizi.
Raffaele Basile,

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