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Social Trekking 2015, una Bologna insolita a portata di piede


Il social trekking ha già nel suo nome una promessa di dinamismo e di allergia alle statiche routine.Una “promessa” che è confermata appieno dal continuo cambio della location dell’incontro annuale dei social trekkers.
La schiera di questi ultimi è anch’essa poco statica, nel senso che il numero di partecipanti va ad aumentare costantemente,  in maniera “inesorabile” come il passo lento ma deciso dei camminatori in stile “social”.
Anche nei confronti del calendario il social trekking si dimostra insofferente alla staticità. Quest’anno l’appuntamento bolognese del 21 e 22 febbraio ha una collocazione invernale con un sentore di primavera, laddove negli anni passati è stata più primaverile, con gli appuntamenti toscani del marzo 2012 e 2013 e quello di aprile dello scorso anno a Torino.
Il social trekking in realtà ha un percorso ideale che va dal primo gennaio al trentuno dicembre, grazie alle iniziative e ai viaggi gestiti con manageriale fantasia dai soci della cooperativa Walden Viaggi a Piedi.  Iniziative e viaggi che sono anch’essi poco propensi ad essere limitati nello spazio e nel tempo, tant’è che spaziano lungo tutto il Mediterraneo, con qualche “puntatina” anche verso l’Atlantico e oltre.
Il Social trekking 2015, targato “BO”, consentirà a tutti i camminatori che vi parteciperanno di visitare Bologna e le sue zone circostanti con gli occhi del turista responsabile.  E non è poco, sia come premessa che come promessa. A chi va a piedi, infatti, tante cose dell’ambiente circostante non sfuggono , come accade a chi transita velocemente, supportato da rotaie o pneumatici. Tutti gli itinerari del social trekking partiranno da Piazza Maggiore e questa sarà l’unica concessione all’ “ovvio” del fine settimana camminatorio. Perchè si tratta di un luogo simbolo della città felsinea ed è giusto che le cose belle collochino il loro inizio in dei simboli. Ma la conoscenza di una città non può certo ridursi alla visita dei soli luoghi simbolo. Ed infatti i numerosi itinerari del social trekking toccheranno location inconsuete ma ricche di suggestioni, ai margini del turismo mordi e fuggi ma al centro della reale conoscenza della cultura e delle tradizioni felsinee.
Camminare può divenire uno strumento per rendere migliori se stessi e il territorio circostante, valorizzandolo invece di fagocitarlo come accade al turista di massa, concentrato solo su tempi e obiettivi da raggiungere con poca elasticità e reale curiosità.
Camminare, e farlo con la filosofia del social trekking, può davvero riuscire a “ridurre l’immensità del mondo alle dimensioni del corpo”, come afferma lo scrittore-camminatore David Le Breton. Come dargli torto?
Raffaele Basile