alchemilla

Il Social Trekking di Alchemilla


I Gruppi di Azione Solidale (G.A.S.) sono associazioni che si prefiggono di  diffondere e attuare forme di consumo responsabile e critico. Vale a dire che cercano di dare un “volto” più umano all’economia di mercato, sempre ammesso che quest’ultima non abbia ancora del tutto perso la faccia inseguendo modelli di crescita… infelice e insostenibile.

A Bologna uno di questi gruppi, particolarmente attivo sul territorio, si chiama Alchemilla. Diversi loro associati hanno condiviso l’esperienza del nostro Social Trekking bolognese di fine febbraio.

Manuela Cappelli, una delle socie di Alchemilla, è andata oltre: ha voluto trasmettere a tutti i soci e le socie del proprio g.a.s., in forma scritta, le proprie impressioni sulla giornata delle passeggiate a sorpresa del social trekking bolognese.

Vi riportiamo integralmente queste “impressioni”, a metà tra la radiocronaca e il diario, che ci ha fatto pervenire Manuela.

Una conferma che anche un’azione solo apparentemente scontata come il camminare può essere uno strumento di conoscenza responsabile di ciò che ci circonda.

raffaele basile 

 

Questa mattina siamo partite dalla Piazza. Di Alchemilla ci siamo io e Lorenzo. Il gruppo di una quindicina di persone era composto da Bolognesi e non. Molti vengono da altre città (trento, Milano, Padova etc) e sono qua perchè frequentano i viaggi di Walden, che fa turismo responsabile in Italia e all’estero e ha rapporti stretti con MAG6, oltre ad avere una bella filosofia del viaggio a piedi e programmi di camminate in tutte le regioni. Cinzia Melograno di MAG6 è la guida di questo gruppo che si intitola “Bologna resistente”, altri hanno come tema le meridiane, la terza cerchia delle mura, Krapfen e boiate, etc. etc. Una decina di percorsi nei quali i partecipanti vengono collocati a caso, e in tutti c’è una guida di Walden che accompagna insieme ad un altro volontario più o meno locale.
Dopo una passeggiata per vie poco trafficate del centro (senza tralasciare piazza S. Stefano e il chiostro di santa Cecilia) siamo andate a trovare l’associazione culturale “L’orto dei TU’RAT” che da MAG ha avuto il finanziamento per un progetto di costruzione di muretti a secco molto particolari localizzati nel Salento che consentono un’irrigazione naturale del terreno senza intervento meccanico. Una bella storia, del tutto senza fine di lucro, nel senso che nulla torna a loro – per adesso – se non la soddisfazione di vedere le piante crescere rigogliose e senza impattare ulteriormente l’ambiente, in terreni resi aridi e inquinati dall’opera dell’uomo. Conoscono bene Urupia, e se andremo a trovarli  una comunarda ci porterà a vedere le installazioni. Ne sarebbero molto felici.

Piccola sosta al negozio che in via Marsala vende spartiti musicali. Suggestivo! anche qui i proprietari hanno avviato il negozio grazie ad un prestito di MAG.

Prosegue la passeggiata fino alle vie d’acqua, la Montagnola e poi BANCA ETICA, dove Lorenzo Labanti ci parla del CRESER (che si sta riunendo nella sala a fianco) e Fabio Faina ci parla di Banca Etica. Qui non serve che io dica nulla, se non che Fabio ha ribadito e sottolineato la necessità di aumentare la partecipazione sociale e l’entità delle quote sociali, cosa che permette loro di erogare prestiti.

Poi visita al cassero di porta Galliera, e di Porta Lame (Arci gay e lesbica sono soci MAG) e pranzo al mercato della Terra dove passano a salutarci Luciana e Giovanni. Altre storie di soci e progetti finanziati da MAG poi si va in piazza per partire con il gruppo del pomeriggio.

tappa a RaccattaRaee di via Solferino, dove Paolo Patruno ci  parla del software libero che con il COPYLEFT contrasta il diritto d’autore (COPYRIGHT) e delle numerose attività dell’associazione, delle forme di ribellione al sistema delle licenze d’uso, il contrasto all’obsolescenza programmata e alle insidie di un sistema che genera sempre nuovi bisogni tanto da farci desiderare la sostituzione di beni funzionanti. Poi ancora della necessità di fare rete e creare qualcosa – beni e servizi, HW e SW con la collaborazione di tutti: è il progetto HARDW-INO (leggi Arduino) che può generare una open-street-map oppure un sistema di monitoraggio e previsioni meteo, o qualsiasi funzione utile in cui tutti aggiungono un tassello in base alla propria competenza o esperienza. E tanto altro, Patruno ne sa a pacchi.

Non facciamo in tempo a passare da C’è un Mondo perchè siamo in ritardo e arriviamo ad Armonie dove Sandra e un’altra socia raccontano i numerosissimi progetti che in parte conosciamo e in parte no. Mostre e ricerche sul matriarcato e sull’origine femminile della divinità, che Armonie sta cercando di portare anche nelle scuole. Corsi di ginnastica dolce, assistenza giuridica e psicologica per le donne sole o in difficoltà, contrasto alle numerose forme di violenza che all’interno della famiglia la donna subisce, istituzione di un condominio solidale protetto per le situazioni più difficili. E l’incubatrice dei sogni che sta selezionando due progetti per capire se da un desiderio /sogno si può realizzare un’attività concreta e stabile, con l’accompagnamento di MAG6. E naturalmente Alchemilla.

Poi Fabio ed io parliamo di Alchemilla. Cinzia sottolinea come tutti i progetti che abbiamo toccato e ascoltato sono estremamente differenti, ma proprio per questo si completano l’un l’altro perchè vanno nella stessa direzione. E’ vero, sembra banale ma dovremmo averlo chiaro più spesso. Spieghiamo a chi non lo sa cosa è un GAS cercando di sottolineare il concetto di solidarietà e di rete con i produttori, di partecipazione e di cambiamento che siamo capaci di generare. Parliamo di SOS Rosarno, del rapporto dei referenti con i produttori, dell’utilità e della funzione del prefinanziamento,  accenniamo a Pane e Rose solo come riflessione che abbiamo aperta tra noi e con i produttori, e delle difficoltà di estendere il privilegio di consumare in modo critico, consapevole e solidale. Fabio parla dell’esperienza del condominio solidale di Salvaro, la condivisione dei beni e il funzionamento della comunità composta dalle 4 famiglie che ora risiedono a Salvaro.

Hanno ascoltato tutti con interesse. Purtroppo c’è stato troppo poco tempo per le domande, ma di sicuro abbiamo lasciato un segno.