social trekking

Social trekking in viaggio “por las onduladas colinas”


Anche quest’anno i viaggiatori della cooperativa Walden viaggi hanno calcato –  permeati più o meno consapevolmente dalla filosofia del social trekking –  i selvaggi sentieri iberici di Cuenca e Albarracin, nella seconda metà di agosto.

Enrico Dolgan è l’appassionata guida escursionistica ambientale che ha condotto il gruppo waldeniano dal diciannove al ventisette agosto. Enrico è un sensibile  conoscitore, da circa un decennio,  degli altopiani della Serrania Conquense. Tanto che ora non ha dubbi sul fatto che “ un filo invisibile  mi ha reso parte di questo mondo, non cosí tanto diverso da quello in cui sono nato”. Manifesto a Enrico il dubbio che possa in fin dei conti  trattarsi di una terra aspra, forse un po’ monotona, ma tale eretico pensiero lo stesso Enrico me lo fuga all’istante “ Solo apparentemente può sembrarlo, visto che si sviluppa tra tra i 1000 ed i 1600 metri di quota. Sin dall’inizio questa zona mi ha svelato le sue innumerevoli sfaccettature ed i suoi piú incredibili paesaggi, formati da un’idilliaca fusione tra natura selvaggia, ecosistemi unici ed una discreta antropizzazione…labili impronte lasciate dall’uomo via via nei secoli”. La Serranía, continua la guida Walden con convinzione, “non è mai una piatta e monotona pianura coltivata, ma è… piccole particelle di terra strappate alla montagna, è… i colori che cambiano allo sbocciare di ogni nuova stagione, è i paesi e le torri accoccolati ai fianchi dei monti, è… il dolce fluire di un fiume che, con le sue innumerevoli anse, costeggia le pendici dei colli e bagna le fertili veghe” (n.d.r.campagne irrigue).

I partecipanti al viaggio non tardano ad essere contagiati dalla passione di Enrico per queste terre. Nei suoi appunti di viaggio una camminatrice dello scorso anno, Lucia Giroletti, definiva l’itinerario percorso come ” un luogo incantato che lascia senza parole e invita con la sua irruenza a far irruenza un poco anche in sé per tornare ad afferrare qualcosa di trascurato da tempo. Improvvisamente siamo catapultati indietro nelle epoche e possiamo riagganciare istinti primordiali che forse non abbiamo ancora perduto, ma tendiamo a tenere sopiti”. Quest’anno, ideale portavoce dell’entusiasmo suscitato dalle decine di chilometri percorsi insieme all’affiatato gruppo è Gisella Raimondi, che si cimentava per la prima volta con un viaggio targato Walden e appare ben contenta della scelta fatta. Gisella non ha esitazioni nell’esternare tutto il suo entusiasmo per le suggestioni indelebili lasciatele da questa settimana abbondante di cammino. Per lei è stato “un viaggio non solo fisico ma anche e soprattutto interiore e mentale”.  Una gratificante immersione nelle cose belle e semplici, tanto più apprezzata in quanto “ avevo bisogno di posare lo “zaino” delle fatiche dell’anno trascorso e di fermarmi . Uno “zaino”, o meglio una zavorra, della quale Gisella si è ben presto liberata: “in poco più di una settimana ho svuotato letteralmente la mia testa, mi sono liberata da tutti gli assilli della vita quotidiana, perché “una volta che ci si riesce a rilassare un poco e a mollare la presa sul controllo di noi stessi, sui nostri quotidiani e costanti schemi mentali, si viene pervasi da un innato senso di libertà e leggerezza impagabile”. Il viaggio è stato un percorso per me di cambiamento e di crescita personale giorno dopo giorno, completamente appagata da un senso di semplicità ed essenzialità.

Walden viaggi è nota per la sua filosofia del camminare in stile “social trekking”, vale a dire in costruttiva interazione con la gente dei luoghi attraversati. Ma in posti così isolati, che incontri si potranno mai fare, mi chiedo. Gisella ha una risposta anche per questo mio dubbio. “ Certo, non si incontra quasi mai nessuno lungo questi percorsi, ma non ho mai provato senso di solitudine o smarrimento, anzi… Non sono mancati gli incontri con le persone del luogo: il Sig. Regulo, ex marinaio e scrittore, che ci ha accompagnati alla  Cueva Santa di Garaballa, il Sig. Ramos della Herreria, custode di un antico maglio e mulino risalente al 1400, con la sua vulcanica accoglienza, ad esempio. E poi ancora Julio e Josè di Alcalà del la Vega, che ci hanno onorati con una spettacolare paella cotta sulla legna e con una sangria buonissima. E tanti altri incontri anche inaspettati”.  Un gratificante “campionario” di un’umanità semplice, profonda ed arricchente, è ciò che traspare dalle parole della nostra camminatrice. Ma non solo…” E poi c’erano gli animali: capovaccai, grifoni, picchi, rondini, daini e cervi. E la ricca flora: gli onnipresenti pini neri, la sabine, l’elicrisio e un tripudio di erbe aromatiche, che ha accompagnato e ha inondato di inebrianti profumi le nostre ascese e discese dai sentieri. Un ultimo pensiero va a quello che Gisella definisce il “filo rosso” di tutto il viaggio, la nostra giovane guida, Enrico, profondo e innamorato conoscitore di questi luoghi, che ha saputo farci apprezzare e godere di ogni passo, paesaggio, incontro, lungo il nostro cammino.

Enrico sorride vagamente confuso per i complimenti, e chiosa con dei versi di un anonimo vate, che ci fanno assaporare come non mai il gusto di quei luoghi così selvaggi ma anche così ospitali ed evocativi.

Por las onduladas colinas vaga el viento,
sin más testigo que la encina, la jara y el firmamento.

Por tus blancos pueblos el susurro del tiempo,
que pareciera anclado, en un transcurrir pausado y lento.

Tierra de secanos;
trigo, siega, era y pan.

( n.d.r.: Per le ondulate colline corre il vento, senza nessun testimone oltre al leccio, al cisto e al firmamento. Per i bianchi paesi il sussurro del tempo, che sembra ancorato, in un trascorrere pigro e lento. Terra non irrigua; frumento, sega, aia e pane.).

Raffaele Basile

 

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