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Passi scandinavi con il “Cammino di Olav”


Non vi è dubbio che Olav sia un nome le cui sonorità portano naturalmente la mente a immaginarsi scenari  “vichinghi”: suggestive coste lambite da mari gelidi, foreste senza fine che si specchiano in mille e più laghi, variopinte casette placidamente piazzate su strade poco trafficate. Ma perché il nome Olav è così diffuso in Scandinavia? Olav stato un grande re norvegese, vissuto a cavallo tra il X e l’ XI secolo. Oltre che illuminato governante e legislatore, egli  e fu anche il cristianizzatore dell’intera Scandinavia, tant’è che nel Medioevo fu fatto santo e oggetto di venerazione diffusa.
Un reticolo di percorsi storici denominato“Cammino di Sant’Olav è tutt’ora presente sul territorio scandinavo. I sentieri vanno dalla Danimarca alla Svezia alla Norvegia. Il Cammino rappresenta un vero patrimonio identitario culturale delle genti scandinave. Un “Cammino di Santiago” o una “Francigena” in  chiave nordica. La componente artistico-culturale e quella paesaggistica vanno perfettamente a braccetto, in questi itinerari. I colori freddi ma intensi del mare del Nord, quelli dei laghi e delle foreste, si sposano con naturalezza con quelli più sfumati e caldi delle cappelle intrise di storia, delle caratteristiche fattorie, degli storici rifugi per pellegrini. Per non parlare della fauna, incredibilmente ricca.
Uno dei tratti forse più suggestivi del Cammino di S.Olav è  quello svedese  che percorre il tratto più orientale del pellegrinaggio, con partenza dalla costa Baltica. Giuseppe Daverio è una guida escursionistica ambientale italo- svedese, in quanto è nato in Italia, ma con la madre svedese. Ed è anche la guida del viaggio a piedi “ Il cammino di S.Olav, dal Baltico alla Svezia interiore”, che condurrà con l’organizzazione logistica della cooperativa fiorentina “WaldenViaggi a piedi” e di “Viaggi solidali”. Il “trekking” durerà una settimana, dal 3 al 9 agosto. La partecipazione è aperta a chiunque abbia un minimo di dimestichezza con il camminare, senza richiedere particolari doti psico-fisiche. Si camminerà infatti su tragitti che non prevedono difficoltà “tecniche” e con temperature corrispondenti a quelle nostre primaverili, il che non è male quando ci si muove nel mese di agosto. Il cammino potrà contare poi su un numero di ore di “luce” difficilmente riscontrabile alle nostre latitudini.
A poche settimane dal battesimo di questo intrigante percorso, vi proponiamo l’intervista che abbiamo realizzato con Giuseppe Daverio  per il quotidiano online “Infooggi”.
Come  sei “arrivato” al Cammino di S.Olav?
Walden viaggiapiedi mi ha messo in contatto con  gli svedesi dell’associazione di camminatori Pilgrimstid. Questi ultimi hanno già da diversi anni un attività piuttosto intensa di accompagnamento lungo il percorso. L’accento che loro mettono nei loro viaggi a piedi è sulla esperienza del pellegrinaggio come viaggio esteriore e interiore, senza che sia necessariamente caratterizzato da elementi religiosi e rituali. Questo è in sintonia con la mia personale visione.
Ma tu…ti senti più Giuseppe o… Josef ? “ Sono cresciuto in Italia, ma vivo in Scandinavia dal 2006, prima in Svezia e poi in Norvegia. Sono venuto quassù perché volevo prendere una specializzazione nel mio lavoro, sono fisioterapista e mi occupo di problemi psicosomatici. Mi sono sempre sentito come in bilico tra due culture, una ricchezza e a volte anche un disagio, il non sentirmi mai al 100% appartenente a un luogo o a una mentalità.
E alla fine, dove ha finito con il pendere la bilancia?
Direi che ora mio lifestyle è un mix di Italia e Svezia, di sud e nord. Mi piacciono le solide basi socialdemocratiche della Scandinavia, il maggior rispetto delle regole, ma non l’appiattimento, l’uniformità e l’inevitabile emarginazione e disagio che questo atteggiamento , a volte troppo puritano, genera. Mi piacciono la cultura, la creatività e la fantasia italiana e mediterranea, ma non i privilegi per pochi, gli eccessi di furbizia e la corruzione che rovinano il nostro paese. Non mi identifico più in una nazione o regione, preferisco pensarmi come appartenente a un gruppo di individui con cui condivido principi, interessi e valori, al di là dei confini politici.
Il tuo percorso del Cammino di S.Olav sembrerebbe più “soft” rispetto al Cammino classico dei pellegrini scandinavi, di cui si ha notizia sin dal Medioevo.
  Bisogna dire che storicamente c’erano diversi tragitti che da diverse zone della Scandinavia portavano i pellegrini a Trondheim, la antica Nidaros dove si venerava St.Olav. Molti sono caduti nell’oblio e in disuso dopo la riforma protestante che non tollerava nessuna forma di culto dei santi. Sono ritornati in auge negli ultimi decenni, sulla scia del turismo religioso a piedi in altre parti d’Europa. Il percorso integrale  fino a Trondheim non è segnalato e tracciato ovunque, valica le alpi scandinave e richiede circa cinque settimane. Per ora, mi accontento di seguire il percorso nella regione dello Hälsingland, dove il cammino è si snoda in un ambiente collinoso, agricolo e boscoso molto dolce, senza difficoltà tecniche.
Ma agli svedesi piace muoversi a piedi?
Il camminare è una attività piuttosto diffusa, specialmente nelle montagne scandinave. Qui gli spazi sono enormi e la densità di popolazione è bassissima. È la vera grande wilderness d’Europa quella che si incontra lassù. Il camminare lungo i pellegrinaggi è forse meno popolare, ma comunque in crescita anche qui.
Una cosa che mi piace molto della Svezia è ” l’allemannsrätten”. Significa che tutti hanno ugualmente diritto a muoversi ovunque sul territorio, anche nelle proprietà private, a patto di rispettare le abitazioni e/o non danneggiare coltivazioni e pascoli .
Raffaele Basile