canal du Midi- Ponte riflesso

Lentamente a filo d’acqua


Il pensiero di percorrere 200 chilometri a non più di 4 chilometri orari non è un concetto che alla maggioranza delle  menti occidentali −in stato di perenne accelerazione – possa realisticamente evocare sensazioni di relax. Per chi sia abituato a camminare, anche per lunghi tragitti, si tratta invece di una prospettiva  che riesce ad allettare la mente.  Ma per chi ami lo spostamento lento, ci sono anche delle alternative utilizzando mezzi di locomozione a portata di muscolatura impigrita. Per esempio, mantenere la suddetta velocità di crociera…a bordo di un’intrigante péniche, navigando a filo d’acqua nel suggestivo Canal du Midi, nel Sud della Francia. Ci sono dei luoghi e dei mezzi di locomozione che sanno rendere la bassa velocità un’occasione per rilassarsi al meglio, godendo pienamente della natura circostante.Uno di questi posti è proprio il Canal du Midi nel Sud della Francia, nella regione del Languedoc-Roussillon.

In particolare, a me è capitato tempo fa di percorrerlo nel tratto tra Béziers e Carcassonne, dove il canale è ombreggiato da platani, pini e cipressi e ricorda le sembianze di un liquido serpente che s’incunea tra i vigneti circostanti. Il Canal du Midi è lungo ben 240 chilometri e congiunge tra loro Mediterraneo e Atlantico.  È un sito dichiarato dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, con la motivazione ufficiale che «è una delle realizzazioni più straordinarie dell’era moderna». Si tratta di un canale artificiale, un’opera dell’uomo che ha i suoi bravi anni: oltre trecento. Lungo il proprio tragitto, il Canal du Midi presenta un centinaio di chiuse, necessarie per superare un dislivello complessivo di circa duecento metri.

A completamento di un suggestivo puzzle paesaggistico, oltre alle chiuse vi è lungo il canale tutto un insieme di ponti, dighe, tunnel. Il tutto ben integrato nel paesaggio circostante. Il Canal du Midi negli ultimi decenni non è stato sfruttato granché dal punto di vista degli spostamenti commerciali. Le sue acque placide non hanno retto al confronto con le vie su rotaia e asfalto, decisamente più consone agli spostamenti rapidi che contraddistinguono la nostra epoca. Per quanto riguardail mezzo di locomozione, per gustarsi le innumerevoli suggestioni del Canal du Midi, un battellino o una piccola house boat potrebbero anche andare bene. Lungo il tragitto e nei porticcioli fluviali ne ho notato un discreto numero, privi della protervia nelle dimensioni e nell’incedere proprie dei cabinati che solcano i mari nella bella stagione. Sono stato però “rapito” dalle suggestioni di un’imbarcazione decisamente più intrigante: la péniche. In italiano péniche si potrebbe tradurre come chiatta da diporto, ma certamente nella nostra lingua si perde un po’ del fascino della lingua madre. Si tratta di un’imbarcazione piatta che appare subito molto lunga, soprattutto in rapporto all’esiguità di spazio dei canali o fiumi dove naviga.

La péniche che mi ha ospitato si chiamava Langon. Il suo rilassatissimo capitano, con la cabina di comando posta sul retro, mi ha spiegato che dopo un’onorata carriera di trasporto delle merci la Langon è stata ristrutturata e ha avuto una seconda chance di carriera come imbarcazione da crociera. Nove cabine, cucina attrezzata, ponte-solarium, sale coperte polivalenti. Molto distante dai fasti di un Titanic, certo. I suoi legni scricchiolanti e l’acciaio con qualche venatura di ruggine magari potrebbero un po’ inquietare se si affrontasse il mare aperto. Ma nel Canal du Midi, con i suoi bassissimi fondali e le sponde ravvicinate, anche un eventuale naufragio avrebbe connotazioni di relax. Quest’ultimo è assicurato da un sapiente mix sensoriale che non viene mai meno. Lo sciabordio delle acque lievemente smosse dal lento incedere della péniche è appena percettibile, quanto basta per carezzare apparati uditivi di solito stremati dal frastuono metropolitano. Le interminabili file di platani si riflettono nelle acque come piloni di un ideale ponte che sovrasta le sponde, unendosi talvolta verso il centro in una volta verde che sovrasta le teste dei navigatori. L’aroma intenso della vegetazione circostante solletica gradevolmente le narici.

Al di là del canale, le suggestioni continuano, con gli affascinanti paesini e cittadine “rivierasche”.  Castelli e chiese fortificati, villaggi contornati da mura spettacolari, antichi porti e storici ponti ci riportano indietro nel tempo a rivivere le gesta di Catari, antichi Romani e Galli. Bèziers, Agde, Argelière, Malpas sono nomi che si ricollegano ad atmosfere cariche di suggestioni antiche e la suggestiva Carcassone è a un tiro di schioppo.  Un po’ di movimento supplementare a bordo viene dall’attraversamento delle chiuse, un’operazione spettacolare di cui si è spettatori in posizione privilegiata. Lungo le sponde del Canal du Midi sorgono sentieri escursionistici e piste ciclabili, dalle quali ogni tanto spunta qualche gruppetto di ciclisti, che sfreccia a velocità impensabili per una péniche. Anche venti chilometri l’ora!

Non si percorre molta strada con la péniche: navigando mezza giornata si arriva a stento a coprire una trentina di chilometri. Una distanza minima, ma sufficiente per vedere, sentire, annusare e ascoltare una promessa di Eden.

Raffaele Basile

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