simbolo decrescita

Le 8 “R” del viaggio


Nel suo Breve trattato sulla decrescita serena Serge Latouche indica otto cambiamenti necessari per trasformare radicalmente la nostra società e imprimerle un nuovo corso. Questi otto cambiamenti sono le cosiddette otto “R”: rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre, riutilizzare, riciclare.
Per noi, che amiamo partire, e di certo ce ne stiamo fieramente sordi di fronte a chi dichiara la morte di ogni possibilità di esplorazione, queste otto “R” possono assumere un significato particolare. E’ necessario, infatti, rivalutare il ruolo del tempo nel viaggio, per tornare a dare un significato al percorso oltre che alla meta. Solo così si può riconcettualizzare ogni partenza e farne di nuovo fonte di scoperta. Scoperta, non conquista: collezionare mete, piantare simboliche bandierine su mappe virtuali da esporre in qualche social network, non ha nulla a che vedere con la forza rivoluzionaria di ogni partenza degna di questo nome. Si tratta, proprio, di ristrutturare il nostro sistema di relazioni, ridistribuire le aspettative abbandonandosi alla possibilità dell’incognito, rilocalizzare i percorsi affinché il viaggio non si riduca mai a privilegio di una classe sociale. Per partire quando si vuole non serve poi molto: basta ridurre le distanze e dilatare i tempi. A poco prezzo ci saremo guadagnati un’esperienza da riutilizzare all’infinito.
“Il viaggiatore ritorna sempre”, scriveva  José Saramago. Potremmo dire, dunque, che attraverso il distacco e poi il ricongiungimento con il luogo natìo ricicla se stesso. Chi si sposta davvero parte in un modo, e torna in un altro, senza mutare la propria sostanza. E questo è, alla fine, come voleva il grande poeta Edoardo Sanguineti, proprio uno degli obiettivi primari dell’essere umano: trasformarsi. Farsi progetto vivente, modificarsi. Secondo Giovenale il “conosci te stesso” è disceso dal cielo. Secondo Sanguineti il “trasforma te stesso” sale invece dalla Terra.
E’ il primo passo per cambiare il mondo.
E il viaggiatore lo sa.
 Gaia De Pascale

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