“IN CAMMINO” VERSO LA COMPRENSIONE DI ALTRE CULTURE: IL REPORTAGE SOCIALE DI MASSIMO D’AMATO


Il “cammino” può anche percorrere sentieri virtuali, addentrandosi tra i sentieri di culture e modi di vivere distanti o semplicemente diversi da quelli del nostro quotidiano. Lo scorso primo marzo si è inaugurato a Firenze un “cammino” di questo tipo, una mostra fotografica ricca di suggestioni e stimoli culturali e sociali. In cammino nel tempo-Ko phiripè e vaktesa. Rom kosovari e macedoni nel territorio fiorentino
L’autore delle immagini è Massimo D’Amato, fotografo impegnato nell’ambito sociale, che da anni si rapporta in maniera dinamica e partecipativa alle comunità di immigrati a Firenze. Il “cammino” di D’Amato è stato condotto con l’ausilio dell’antropologo Zoran Lapov e del mediatore culturale Demir Mustafa
Le immagini si propongono –riuscendovi spesso in maniera esemplare– di interpretare e rivivere  la cultura e la tradizione dei rom presenti a Firenze e dintorni (gli insediamenti del Poderaccio e dell’Olmatello in particolare, e poi le case popolari).
Siamo in presenza di significative fotografie di quelli che molti italiani sdoganano semplicisticamente e acriticamente (oppure, al contrario troppo “criticamente”) come “stranieri”. Immagini ricche di spunti per cercare di comprendere modi di essere e approcci culturali diversi dai nostri “standard”.
Lavoro, scuola, religione, festa, svago, socializzazione. D’Amato riesce a cogliere l’ordinario così come lo straordinario della giornata “rom” , delineando al meglio i contorni di una cultura “trapiantata” in un contesto ben diverso dai luoghi d’origine: quello fiorentino.
La mostra sarà presente sino al 21 maggio presso il Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze -Sezione di Antropologia ed Etnologia- in via del Proconsolo 12. Qui vediamo alcuni momenti di ritualità, seguiranno altre immagini.
r.b.