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Suggestioni iblee


Camminavamo all’interno di quadri. Cezanne, Van Gogh, Monet, direi.
Improvvisamente mi dicevo : ma questo è un quadro! Ed io ne sono parte, insieme ai miei compagni! Il tempo si ferma per un attimo, e l’emozione ti pervade gradualmente. Il respiro si fa più profondo, per sintonizzarsi con quanto c’è intorno. Scatto la mia foto mentale: me ne ricorderò? Impossibile dimenticarla, perchè non è solo un’immagine: è quello che vedo, che sento, che penso, che mi colpisce ed un po’ mi frastorna e che poi scoprirò aver lasciato il segno anche nei miei compagni.
Penso alla discesa tra gli ulivi al tramonto, con Ragusa Ibla quale sfondo. Una discesa che muove la voglia di trotterellare e correre ad abbracciare questi tronchi saggi, quasi a cercare di carpirne l’energia, per contagio diretto.
Penso all’inizio del trekking, con la nostra fila che si snoda lentamente lungo una scaletta che affonda nella cava, una scaletta accarezzata e vestita da vegetazione umida e rigogliosa. Siamo come esploratori che si calano in un mondo segreto, una dimensione celata  al resto della città, che conduce inconsapevole la sua vita quotidiana.
Penso a Pantalica, quando stupefatti arriviamo a chiederci: “… ma siamo in Amazzonia?” e Salvatore pochi istanti dopo ci chiede ignaro se vogliamo dondolarci con le liane, un ‘esperienza unica, ci dice.
A momenti si pensa di essere in un film e ti aspetti che da un momento all’altro dalla necropoli possano sbucare fiotti di guerrieri pronti a combattere per arginare e respingere gli invasori. Salvatore ci racconta la storia di questi luoghi e mentre si cammina è un sovrapporsi di piani temporali, di sensazioni, di suggestioni cromatiche che sollecitano ricordi, associazioni, poesie, sogni. E intanto, “ci chiacchieriamo” tutti… si va un po’ avanti ed un po’ indietro nella fila, assaporando la conoscenza di ogni compagno di viaggio nell’unicità del momento. Poi raccogliamo erbe spontanee per imbandire per sera una superba insalata selvatica: e c’è chi  “bruca” mentre cammina, chi raccoglie semi di rucola, chi “racconta” del proprio fiore preferito. Siamo tutti interessati a conoscere questo patrimonio sconfinato delle buone erbe degli Iblei.
E del Capodanno, ne vogliamo parlare? Delle delizie dello chef Giovanni, della sua ospitalità, del cantastorie che ci narra vicende antiche ed attuali con voce intonata, chitarra e pannelli illustrati? Un vero spettacolo multimediale! Insomma, a ripensarci si potrebbe scrivere per ore, ma io voglio solo ringraziare il mio gruppo e soprattutto Salvatore, una guida speciale per competenza, disponibilità e gentilezza d’animo.
Daniela Borsari
una piccola selezione delle foto di Daniela

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