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“Papi Gump”, socialtrekking nel nome della bigenitorialità e dei diritti dei minori


Chi cammina non è mai una persona “isolata”.  Chi sia pratico della filosofia del socialtrekking sa bene ciò. Anche quando si cammina da soli, si finisce inevitabilmente per interagire ai massimi livelli con tutta la realtà circostante, vale a dire l’ecosistema naturale, sociale, economico. Camminare è il movimento per eccellenza, ma  ha anche in sé – nella moderna società occidentale sedentaria – qualcosa di “rivoluzionario”, proprio perché il muoversi a piedi è ormai un’attività in controtendenza, che “fa notizia” di per sé. La stasi, la sedentarietà, a ben vedere sono scelte più rassicuranti per l’ “ordine costituito”, perché isolano chi la “pratica”, rendendo spesso acritici di fronte a ciò che sta intorno.

Tutto ciò deve averlo tenuto ben presente Antonio Borromeo, aitante ultraquarantenne papà abruzzese, nel momento in cui ha deciso di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema di quella che lui definisce “bigenitorialità”, ovvero l’ anteporre l’interesse del minore alla conflittualità, quando sia in atto o si sia consolidata una separazione tra coniugi o conviventi. Antonio Borromeo ha scelto la marcia, o meglio, come preferisce definirlo lui stesso, un “cammino di pace” lungo centinaia di chilometri, per interagire con Istituzioni politiche, giurisdizionali, religiose, sul tema che più gli sta a cuore. Anche questo può definirsi a ragione “socialtrekking”.

Per fare ciò, Antonio si è anche dotato di un nome di battaglia, quello di “Papi Gump”, che campeggia sulla sua shirt rosso fuoco quando lo incontro, in una mattinata novembrina mite come quella di un aprile napoletano. Lo scenario è proprio quello partenopeo, sulla collina vomerese a metà strada tra la Certosa di S.Martino e il Castel Sant’Elmo. Da quelle parti c’è la sede della circoscrizione Vomero, dove Borromeo è atteso per una conferenza stampa dove intende parlare della sua esperienza di “pellegrino” della bigenitorialità.

La legge numero 54 del 2006 stabilisce che l’affido condiviso di figli con genitori separati sia la regola. Vale a dire che vi sia bigenitorialità, ovvero  perfetta parità di tempi da trascorrere con il minore e uguale incidenza sulle decisioni da prendere in favore del proprio figlio. Una legge ampiamente condivisibile, una tappa fondamentale della civiltà giuridica italiana, che però non trova sempre un’applicazione fedele al dettato normativo. Antonio Borromeo ha negli anni passati fatto i conti con le carenze applicative di questa legge e ora che ha risolto i suoi problemi si prodiga affinché altri genitori non rivivano le sue esperienze negative di genitore dimezzato.

“Quest’anno ho consumato già una dozzina di scarpe da ginnastica, camminando”, ci tiene a precisarmi Antonio mentre sorseggiamo un caffè prima dell’incontro istituzionale napoletano. Dodici paia di scarpe non sono poche, ma va tenuto conto che nel 2013 Borromeo ha dato vita a due “Papi-Gump tour”, che lo hanno fatto giungere dapprima a Strasburgo e poi a Roma. La maggior parte del cammino Papi Gump non la percorre in tranquilli sentierini e mulattiere di campagna, com’è nei desideri di ogni escursionista o trekker alla ricerca della serenità che il camminare tra la natura sa donare. Spesso il suo cammino avviene sul ciglio di arcigne strade provinciali e statali non certo prive di traffico veicolare. Nel filmato di un tg locale che ho visto su internet, un grosso t.i.r. lo lambisce mentre Antonio placidamente se ne sta a camminare lungo una caotica arteria. Del resto, per dare nerbo alla sua azione di sensibilizzazione, Papi Gump è alla ricerca di una visibilità che la quiete della sentieristica del club alpino non saprebbe dargli.

Borromeo ci tiene a precisare di non intendere incolpare nessuno per la situazione di conflittualità genitoriale che vuole debellare, ” perché tutti abbiamo colpe in questo senso”. Però…a volte lo coglie il dubbio che possa esistere una “lobby a livello europeo per dividere e disgregare le famiglie”. Ma come affronta Papi Gump le settimane di performance podistica a cui sottopone il proprio fisico? “Lungo il tragitto mangio spesso frutta, una cosa che mi ricorda l’infanzia con i nonni”. E poi la sera, se la fatica non ha preso il sopravvento, c’è sempre il tempo per una cenetta corroborante. Lo zaino? “Quattordici chili sono un peso accettabile, tutto sommato”.

Sopra lo zaino Borromeo porta di solito una croce di legno compensato di una trentina di centimetri d’altezza, che ne caratterizza l’incedere, ma “senza esagerare”, puntualizza. ” Calcare troppo i toni renderebbe poco credibile la mia azione, perciò cerco di mantenere una certa sobrietà e ho rinunciato ad essere più appariscente, cosa che avevo pensato all’inizio di fare. Nel frattempo, questi mesi di cammino sono riusciti a dare una certa” notorietà” al personaggio, che sempre più spesso può vedersi nei vari tg e nei talk show televisivi. L’azione di Papi Gump sta diventando incisiva e addirittura Borromeo intende essere ricevuto dal Papa per esporgli le sue tematiche, cosa per la quale ha già chiesto l’interessamento di vari prelati. Camminare è in fondo il gesto più umano e dovrebbe essere anche più comune, proprio come l’essere genitori che abbiano come fine comune “l’interesse superiore del minore, che non è certo una proprietà di chi l’ha generato”.

Tutto semplice e lineare, in apparenza, ma la società attuale è riuscita a complicare anche cose semplici e naturali, come il camminare e l’essere padre o madre.

testo e foto di Raffaele Basile